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20° CATECHESI

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"Maria non è abbastanza conosciuta"

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«La vera devozione a Maria è interiore; parte, cioè, dalla mente e dal cuore; deriva dalla stima che si ha di lei, dall'alta idea che ci si forma delle sue grandezze e dall'amore che le si porta» [106].

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Siamo arrivati allo scopo più immediato, sebbene ancora non l’ultimo, della nostra consacrazione: tutto quanto abbiamo vissuto in queste prime due tappe ha come scopo conoscere Maria e ispirare in noi il desiderio di donarci completamente a lei: La prima tappa infatti si ordinava a liberarci dallo spirito del mondo. Infatti, chi può “stimare” il mistero di Maria se ancora ama e si rallegra di cose mondane, carnali? Potrà sentire parlare di Maria, potrà studiare il mistero, ma evidentemente non può “stimarla” se ancora sente stima del mondo. Il secondo scopo è stato la conoscenza spirituale di noi stessi: lo scopo di questa tappa è di riconoscere la necessità che abbiamo di aiuto. La grazia è un dono che non è in noi averlo o meno. Non abbiamo i mezzi per acquistarlo. Il nostro disordine interiore, il peccato, l’incostanza ci portano ad un grido di aiuto per poter avvicinarci a Dio: “Maria, non ho la forza per arrivare in Paradiso, prendimi e salvami tu!” Potrebbe essere il riassunto di tutta questa devozione. La formula di consacrazione, lo vedremo, è come un grido di aiuto simile al bambino che, trovandosi in necessità o per paura, piange e stende le mani affinché la Madre lo prenda con sé e abbia cura di lui. È necessario però diventare come bambini nell’ordine della grazia e capire che non possiamo nulla da noi stessi. La conclusione dunque è che abbiamo bisogno di un aiuto e a questo ci porta SLM.

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Questa volta inizieremo con l’Ave o Maria:

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[250] Quelli e quelle che presentano grandi segni di predestinazione amano, gustano e recitano con piacere l'Ave Maria, e più sono uniti a Dio, più amano questa preghiera.

 

   1. Il trattato della vera devozione

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Questa preparazione segue passo a passo la dottrina di San Luigi Maria Grignon di Montfort. È stato lui a trasmetterla a noi e noi, fidandoci di lui, crediamo fermamente che si tratti di una devozione rivelata dallo Spirito Santo.

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Non si tratta però di una “rivelazione privata” nel senso delle apparizioni mariane. Anche se noi racconteremo alcune delle apparizioni mariane, per esempio la Madonna di Guadalupe, il miracolo della Santa Casa di Loreto o il miracolo, tanto caro ai membri della Famiglia Religiosa del Verbo Incarnato, della Madonna di Lujan, è importante aver un senso cattolico di queste apparizioni.

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Dal Catechismo della Chiesa Cattolica. Non ci sarà altra rivelazione

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66  «L'economia cristiana, in quanto è Alleanza nuova e definitiva, non passerà mai e non c'è da aspettarsi alcuna nuova rivelazione pubblica prima della manifestazione gloriosa del Signore nostro Gesù Cristo» (Dei Verbum).82 Tuttavia, anche se la Rivelazione è compiuta, non è però completamente esplicitata; toccherà alla fede cristiana coglierne gradualmente tutta la portata nel corso dei secoli.

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67  Lungo i secoli ci sono state delle rivelazioni chiamate «private», alcune delle quali sono state riconosciute dall'autorità della Chiesa. Esse non appartengono tuttavia al deposito della fede. Il loro ruolo non è quello di «migliorare» o di «completare» la Rivelazione definitiva di Cristo, ma di aiutare a viverla più pienamente in una determinata epoca storica. Guidato dal Magistero della Chiesa, il senso dei fedeli sa discernere e accogliere ciò che in queste rivelazioni costituisce un appello autentico di Cristo o dei suoi santi alla Chiesa.

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Certamente crediamo nell’intervento soprannaturale nel mondo naturale. Crediamo fermamente che la Madonna sia apparsa a Lourdes, a Fatima. Ma non crediamo che questo venga a modificare la Fede o a aggiungere qualcosa di obbligatorio[1].

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Esiste la difficoltà anche di esagerare l’elemento soprannaturale delle apparizioni mariane, in detrimento del messaggio di Fede che la Madonna vuole offrire. Per esempio la Madonna di Guadalupe, la “sacra sindone mariana”, offre tantissimi elementi miracolosi che non possono spiegarsi con la scienza e si potrebbero ancora studiare. Ma questi elementi hanno come scopo principale rinvigorire la nostra Fede e amore per la Madre di Dio. Di Fatima sappiamo che “il sole si mise a ballare” … ma quanti viviamo lo spirito di riparazione insegnato dalla Madonna? Quanti prendiamo come essenziale la penitenza per i peccatori che vanno nell’inferno, secondo la Madonna mostrò ai tre pastorelli? Lo stesso si dica degli eventi soprannaturali della vita di P. Pio: profezie, bilocazioni, stimmate… Ma quanti cercano di vivere meglio il messaggio di P. Pio per esempio, riguardo la Messa come sacrificio? Quanti danno l’importanza alla recita del Rosario, tale come lui l’insegna? Quanti si convertono seriamente tramite queste considerazioni soprannaturali?

 

Correggere tali errori è stato però spesso motivo di tanti altri errori: per non far consistere il messaggio evangelico in questi elementi soprannaturali, spesso ci si ritrova con l’estremo opposto: non bisogna avere devozione per la Madonna o i santi. Solo Gesù, ecc. dando luogo a gravi scandali e privare i fedeli, del primo mezzo di santificazione che Dio ha voluto per noi per arrivare a Gesù, che è la nostra Madre del Cielo.

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Guidati da SLM, diremo sulla Madonna cose probabilmente più grandi di quante si dicano nelle stesse apparizioni mariane. Ma lo diremo fondati nell’autorità della Sacra Scrittura, della Tradizione e del Magistero della Chiesa, secondo lo “stampo” che diede lo Spirito Santo in SLM.

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   2. Introduzione al Trattato della Vera Devozione

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I mezzi principali per distinguere una apparizione mariana soprannaturale vera da una falsa, sono i frutti di grazia, le conversioni, la conferma della Fede. Gli stessi criteri, insieme alla necessaria conferma dei Sommi Pontefici, ci fanno credere che SLM sia stato davvero ispirato dallo Spirito Santo per scrivere il suo Trattato della vera devozione.

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Pur senza prove dirette, la data di composizione del Trattato della vera devozione viene ipotizzata al 1712-1713.

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Come quasi tutti gli scritti di san Luigi Maria, anche il Trattato rimase inedito durante la vita dell’autore, che scriveva nei tempi liberi dall’apostolato missionario. Dopo la sua morte, i missionari della Compagnia di Maria che ne avevano raccolto l’eredità spirituale, erano pochi, non ancora organizzati in una comunità, senza una casa che fosse punto sicuro di riferimento. Loro principale intento era di continuare la predicazione delle missioni.

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Il manoscritto del Trattato passò inosservato tra le poche cose lasciate dal Fondatore. Joseph Grandet, che pubblicò la prima biografia di Luigi Maria nel 1724, non ne parla, mentre cita o riporta altri suoi scritti. In maniera profetica SLM scrive: «prevedo che molte bestie frementi verranno infuriate per dilaniare con i loro denti diabolici questo piccolo scritto e colui del quale lo Spirito Santo si è servito per scriverlo, o almeno per seppellirlo nelle tenebre e nel silenzio d'un cofano, perché non sia pubblicato» [114], ma è proprio questa persecuzione ciò che rende il vero valore a quest’opera: «Questa visione mi dà coraggio e mi fa sperare un grande successo, cioè la formazione di uno squadrone di bravi e valorosi soldati di Gesù e di Maria, dell'uno e dell'altro sesso che combattano il mondo, il diavolo e la natura corrotta, nei tempi difficili più che mai vicini» [114]. Questa visione  (così la chiama lui) è stata letteralmente compiuta. Fu soltanto nel 1842, circa 130 anni dopo la morte del suo autore, che il Trattato venne alla luce. Fu trovato nella biblioteca della casa madre della Compagnia di Maria, a Saint-Laurent-sur-Sèvre, dal padre Rautureau, che cercava del materiale per una predicazione mariana. Le antiche cronache riferiscono che al tempo della Rivoluzione francese molti documenti e manoscritti furono nascosti nelle case dei contadini vicini, riportati in seguito nella casa dei Padri e nella comunità delle Suore.

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Subito iniziò una diffusione enorme. Oggi si calcola che l’opera abbia superato le 400 edizioni e sia stata tradotta in almeno 40 lingue. Noi abbiamo l’onore di aver realizzato la prima traduzione nella lingua albanese che presenteremo ad aprile insieme ai Vescovi albanesi in Tirana.

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Si sono verificati infatti molto presto diversi frutti di santità. San Giovanni Paolo II aveva una stima nota a tutti per il Trattato al punto da voler aggiungere il Totus Tuus monfortano sul suo stemma Papale. Scriveva il Santo Pontefice ai religiosi e religiose delle Famiglie monfortane:

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«Centosessant’anni or sono veniva resa pubblica un’opera destinata a diventare un classico della spiritualità mariana. San Luigi Maria Grignion de Montfort compose il Trattato della vera devozione alla Santa Vergine agli inizi del 1700, ma il manoscritto rimase praticamente sconosciuto per oltre un secolo. Quando finalmente, quasi per caso, nel 1842 fu scoperto e nel 1843 pubblicato, ebbe un immediato successo, rivelandosi un’opera di straordinaria efficacia nella diffusione della “vera devozione” alla Vergine Santissima. Io stesso, negli anni della mia giovinezza, trassi un grande aiuto dalla lettura di questo libro, nel quale “trovai la risposta alle mie perplessità” dovute al timore che il culto per Maria, “dilatandosi eccessivamente, finisse per compromettere la supremazia del culto dovuto a Cristo” (Dono e mistero, p. 38). Sotto la guida sapiente di san Luigi Maria compresi che, se si vive il mistero di Maria in Cristo, tale rischio non sussiste. Il pensiero mariologico del Santo, infatti, “è radicato nel Mistero trinitario e nella verità dell’Incarnazione del Verbo di Dio” (ibid.)».

 

Padre Rautureau trova i fogli dispersi, senza un ordine, né un titolo dell’opera stessa (il titolo infatti non è stato scritto da SLM). Inoltre mancano alcune parti come si desume da riferimenti interni che rimandano a pagine mancanti: Per esempio nel n 228 parla di litanie e preghiere «riferite nella prima parte di quest’opera» e che non ci sono. La stessa indicazione che fa concludere la mancanza di alcune parti la troviamo nei numeri 231 (qui si indica la formula di consacrazione che non c’è nel Trattato, infatti noi seguiamo quella dell’opera L’amore dell’eterna Sapienza), 236 (riferisce una benedizione delle catenine “come riferirò più avanti”) e nel 256 dove dice di offrire alcune pratiche di distacco dal mondo nella prima parte che non si trovano.

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Ci serve di aiuto per capire l’ordine e in qualche maniera “ricostruire” le parti mancanti, l’opuscolo Il Segreto di Maria. Sebbene non si ha di esso il manoscritto originale, come sì invece ne abbiamo il Trattato, Il Segreto si conserva per intero in una copia dall’originale di Monfort. Il Grandet sì nomina quest’opera, e ne riferisce di averla compilata in 3 giorni. Il vantaggio di quest’opera, oltre ad essere un perfetto riassunto di tutta la dottrina mariana del Montfort, consiste nel conservare l’introduzione e la conclusione, dove, mancando le stesse nel Trattato, aggiungono alcuni aspetti da sottolineare grandemente, come per esempio lo è la conclusione del Segreto con il paragone della devozione con “l’albero di vita”.

 

 

Lo Spirito Santo nel Trattato

Infatti, questa devozione

fu ispirata dallo Spirito Santo[TVD 243]

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Beata, mille volte beata è quaggiù quell'anima,

a cui lo Spirito Santo rivela il segreto di Maria [SM 20]

 

 

Questa devozione fu ispirata dallo Spirito Santo [243] … Quest’affermazione è il punto di partenza fondamentale della nostra consacrazione. L’ispirazione dello Spirito Santo è un argomento sul quale SLM tornerà lungo tutto il Trattato della Vera Devozione. Nell’opuscolo Il segreto di Maria offre una introduzione ancora più incisiva: «Ecco un segreto, o anima predestinata, che l'Altissimo mi ha rivelato e che io non ho potuto trovare in alcun libro, né vecchio, né nuovo. Io te lo confido nel nome dello Spirito Santo» [SM 1]. Nel Trattato della Vera Devozione manca sia l’introduzione che la conclusione, ma pur essendo probabile che l’abbia voluto scrivere fin dall’inizio, dirà più avanti: «Tutto considerato, dichiaro ad alta voce che, avendo letto quasi tutti i libri che trattano della devozione alla Vergine santissima ed avendo conversato familiarmente con le persone più sante e dotte di questi ultimi tempi, non ho conosciuto né imparato forma di devozione verso Maria, simile a quella che sto per esporre» [TVD 118].

 

Infatti, in maniera un po’ paradossale, dice che si tratta di una pratica usata anche nel passato «questa via che insegno non è nuova… è così antica che non se ne possono indicare esattamente gli inizi» [159] e troveremo una lunga dimostrazione come era praticata da tantissimi al punto da concludere: «rimane dunque certo che questa devozione non è nuova. Se non è diffusa, vuol dire che è troppo preziosa per essere gustata e praticata da tutti» [163]. Perché la ritiene ispirata lo stesso? Per due motivi: prima per il modo di presentarla. Era vissuta prima da alcuni ma non offerta per viverla a tutti. In secondo luogo per sottolineare che è una devozione che dipende dallo Spirito Santo e «Maria deve essere conosciuta e rivelata dallo Spirito Santo, per far conoscere, amare e servire Gesù Cristo per mezzo di lei» [49].

 

[112] Quanto sarebbe spesa bene la mia fatica, se questo piccolo scritto, capitando fra le mani di un cristiano ben disposto, nato da Dio e da Maria e «non da sangue, né da volere di carne, né da volere di uomo», gli scoprisse ed ispirasse, con la grazia dello Spirito Santo, l'eccellenza e il valore della vera e solida devozione a Maria, quale sto per esporre!»

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Vivrà in maniera interiore e perseverante questa devozione «soltanto colui al quale lo Spirito di Gesù svelerà questo segreto. Lo stesso Spirito introdurrà in questo segreto l'anima molto fedele, perché avanzi di virtù in virtù, di grazia in grazia, di luce in luce, e giunga alla trasformazione di se stessa in Gesù Cristo ed alla pienezza della sua età in terra e della sua gloria in cielo» [119]. Perciò dirà:

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Beata, mille volte beata è quaggiù quell'anima, a cui lo Spirito Santo rivela il segreto di Maria, perché lo conosca; a cui apre questo giardino chiuso perché vi entri; questa fonte suggellata perché vi attinga e beva a gran sorsi le acque vivificatrici della grazia! Quest'anima non troverà che Dio solo, senza creatura, in quest'amabile creatura: ma Dio nello stesso tempo infinitamente santo ed elevato, infinitamente condiscendente e proporzionato alla propria debolezza [SM 20].

 

   3. Il punto di partenza è conoscere il mistero di Maria per stimarla e, in questo modo, amarla

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Perciò l’ordine, anche se ricostruito, sembra abbastanza chiaro: SLM vuole presentare il mistero di Maria, la sua persona alla luce della Rivelazione. Non tanto le sue virtù, ma la virtù divina in Lei…

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P. Hupperts riassume tutto quanto tratterà il Monfort con l’espressione del libro della Genesi: “Non è buono che l’uomo sia da solo, diamole un simile che le sia di aiuto”. Adamo è figura di Cristo. Dio ha voluto dare un aiuto a Cristo e a noi, dandole un suo simile… Maria, la Nuova Eva.

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Perciò “L’uomo non separi ciò che Dio ha unito”.  “Né il sangue né la carne te l’hanno rivelato” …. c’è un atto di Fede anche nel mistero di Maria, pur essendo creatura è piena della luce della Divinità. L’esempio della luna è per noi molto chiaro: la luna non ha luce propria ma è talmente invasa dalla luce del sole che illumina. Non in maniera incandescente in modo da abbagliare i nostri occhi come il sole ma di essere faro attraverso la luce della divinità. Questo riflesso di Dio in lei è ciò che ci attira, ci sprona.

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Da questa considerazione deriva in pieno la risposta delle nostre persone al mistero di Maria.

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[106] La vera devozione a Maria è interiore; parte, cioè, dalla mente e dal cuore; deriva dalla stima che si ha di lei, dall'alta idea che ci si forma delle sue grandezze e dall'amore che le si porta.

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“Non sono le sue virtù quelle che dobbiamo contemplare ma la virtù di Dio in Lei” mi disse poco fa un Vescovo. Possiamo parlare delle virtù di Maria, certo. Ma non è ancora il suo mistero più grande di una “virtù”? Non merita tutta la nostra attenzione considerare la sua Immacolata Concezione per comprendere che ogni virtù, anche le più alte e perfette, sembrino “poca cosa” nei confronti dell’opera di Dio in Lei. Pensiamo come nell’iconografia cattolica la si colloca tanto vicina alla Divinità stessa (Cfr. Giudizio Finale di Michelangelo). L’unione con Dio è talmente forte che diventa per noi un “mistero”, perciò SLM ma anche S. Alfonso insieme ad altri la chiamavano: “La Divina Maria”.

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D’altronde bisogna fare molta attenzione che in questo piano Divino Maria dovrà avere un ruolo fondamentale nei nostri confronti… la grandezza in relazione a Dio sarà in secondo luogo relativa a noi. Lei dev’essere per noi quello che è una Madre per suo figlio, nell’ordine della grazia.

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Si pensi alla stima dei santi per la Madonna e le manifestazioni dell’amore tenero che avevano per Lei. Sant’Alfonso, convinto della necessità di questo amore per Maria, spingeva a questo amore negli esempi dei santi: «Tanto l’amava san Bernardo che la chiamava “ladra del mio cuore”. Alcuni, come san Bernardino da Siena la chiamavano “la mia innamorata”. L'amino quanto un S. Francesco Solano, che per amor di Maria, si metteva alle volte con istrumento di suono a cantar d'amore avanti una sua immagine, dicendo che siccome fanno gli amanti del mondo, egli faceva la sua serenata alla sua Madre amata».

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Perché l’amavano così i santi? Perché erano più propensi a cercarla? Perché la conoscevano. La stimavano. Avevano per lei una conoscenza famigliare. Non amarla significa non conoscere Lei, e ignorare Maria sarà ignorare lo stesso Gesù. In maniera lapidaria SLM nota come questa “stima” e questo “amore” per Maria siano, non convenienti, ma necessari: «è segno infallibile di riprovazione il non avere stima ed amore per la Vergine Maria» [Cfr. TVD 40] e per tanto così richiesta dal santo a Gesù stesso: «Mio amabile Maestro… fammi partecipare ai sentimenti di riconoscenza, di stima, di rispetto e di amore che tu nutri per la tua santa Madre» [65].

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È necessaria a noi questa stima, dalla quale nascerà l’amore per lei.

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[263] Purtroppo, quanto e difficile a peccatori come noi avere il permesso, la capacita e la luce per entrare in un luogo così alto e santo, custodito non già da un cherubino, come l'antico paradiso terrestre, ma dallo stesso Spirito Santo, che ne è diventato il padrone assoluto. Di Maria egli dice: «Giardino chiuso tu sei, sorella mia, sposa, giardino chiuso, fontana sigillata». Maria e un giardino chiuso! Maria e fontana sigillata! I miseri figli di Adamo ed Eva, cacciati dal paradiso terrestre, possono entrare in quest'altro soltanto per una grazia speciale dello Spirito Santo che devono meritare.

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Maria è un mistero, e i misteri Gesù li rivela soltanto ai suoi amici: Non vi chiamo più servi ma amici, perché vi ho rivelato i misteri del regno. È solo in una intimità propria degli amici dove conosciamo il mistero di sua Madre. Non si conosce un mistero leggendo un libro. Lo si conosce in unione con lo Spirito Santo, ricevendo la luce che Lui offre agli amici di Cristo.

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Non bisogna mai scoraggiarsi: Lo stesso SLM dice che questa devozione si impara con la pratica.

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Perciò devo dire che diventa molto difficile riassumere il Trattato in 7 lezioni. Faremo del nostro meglio per riuscirci. Se lo stesso San Luigi Maria ammetteva di aver «già detto molte cose sulla Vergine santissima… ma ne ho ancora di più da dire e ne tralascerò una infinità d’altre, sia per ignoranza ed incapacità» [TVD 111], potete immaginare quante non saprò dire io al riguardo. Nessuno però si scoraggi. Questa catechesi, come il Trattato stesso, hanno come scopo risvegliare in noi quella “curiosità” per il mistero e riescono a farci entrare in questo Giardino che è Maria. Diremo alcune cose che ci permettano vedere il mistero di Maria, ma le più profonde, le migliori, le scoprirete nell’intimità con Dio, in dialogo figliale con Lui, specialmente attraverso la Sacra Scrittura. Queste verità su Maria riempiranno di gioia l’anima, come fu per Pietro lasciarsi guidare dallo Spirito Santo per riconoscere che Gesù è il “Cristo, il Figlio del Dio vivente”: “Beato te Simone, perché questo non te l’ha rivelato né il sangue né la carne…”.

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Beata, mille volte beata è quaggiù quell'anima, a cui lo Spirito Santo rivela il segreto di Maria [SM 20]

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In questa prima catechesi cerchiamo dunque di entrare un po’ nel mistero. Dipenderà da ognuno entrare sempre di più. Eleviamo l’anima per contemplare Maria, per amarla e, per tale amore, essere capaci di donarci interamente a Lei.

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Perché è difficile questa conoscenza di Maria? Perché per essere la più perfetta doveva anche essere la più umile. Il nascondimento e mistero sono infatti la prima cosa che SLM nota: «[2] Maria visse tanto nascosta da essere chiamata dallo Spirito Santo e dalla Chiesa Alma Mater, Madre nascosta e riservata». «Fu così profondamente umile da non avere, sulla terra, attrattiva più forte e continua che di nascondersi a se stessa e ad ogni creatura per essere conosciuta da Dio solo» (n. 2) «[4] Dio Padre ha consentito che non facesse miracolo durante la vita, almeno di quelli strepitosi, benché gliene avesse dato il potere».

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   1. Maria è sconosciuta

 

«[5] Maria è la fonte sigillata e la Sposa fedele dello Spirito Santo, dove lui solo può entrare. Maria è il santuario e il riposo della santa Trinità, … A nessuna creatura, anche se purissima, è permesso entrarvi senza uno speciale privilegio».

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«[6] Oh! Quante cose grandi e nascoste ha fatto Dio onnipotente in questa creatura mirabile, come lei stessa dovette ammettere nonostante la sua profonda umiltà: «Grandi cose ha fatto in me l’Onnipotente».

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Maria non è abbastanza conosciuta «[10] È dunque giusto e doveroso ripetere con i Santi: «DE MARIA NUMQUAM SATIS». Maria non è stata ancora abbastanza lodata, esaltata, onorata, amata e servita. Ella merita più lode, rispetto, amore e servizio».

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Nel numero 11 SLM nota come lo splendore suo è nell’interno, ecco perché non conosciuto dai mondani. Nessuna gloria esterna può paragonarsi «a quella che riceve interiormente dal Creatore e che non è conosciuta dalle povere creature, le quali non possono penetrare nel segreto più intimo del Re» [11]. Tale gloria può essere vista dunque con gli occhi della Fede, nel segreto. Siccome siamo abituati all’esterno e in tale esteriorità facciamo consistere quasi tutto quanto sappiamo, per SLM è evidente la necessità: Occorre conoscere maggiormente Maria”. Infatti SLM dice che tale necessità è il motivo per cui scrive [13]: «Il cuore mi ha suggerito quanto ho scritto con particolare gioia, per mostrare che la divina Maria è stata finora sconosciuta, ed è questa una delle ragioni per le quali Gesù Cristo non è ancora conosciuto come si deve». Ecco perché scrive il Santo! Perché aveva capito che lei non è conosciuta perfino dai migliori cristiani!

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Beata, mille volte beata è quaggiù quell'anima, a cui lo Spirito Santo rivela il segreto di Maria, perché la conosca; a cui apre questo giardino chiuso perché vi entri; questa fonte suggellata perché vi attinga e beva a gran sorsi le acque vivificatrici della grazia! Quest'anima non troverà che Dio solo, senza creatura, in quest'amabile creatura: ma Dio nello stesso tempo infinitamente santo ed elevato, infinitamente condiscendente e proporzionato alla propria debolezza [SM 20]

 

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   2. Necessità della devozione mariana: “Diamo all’uomo un aiuto simile”

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Maria non è Dio. Dio può far quello che vuole [Cfr. 14], ma siccome ha voluto che tutto dipendesse da Maria, non cambierà il suo piano [15]. Tutto è nell’unione di Maria con Dio.

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Maria nel mistero di Cristo Incarnazione

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Nonostante le preghiere e suppliche di santi profeti e patriarchi, soltanto Maria ha meritato che Dio invii il suo Figlio Unigenito: [16] Il Figlio di Dio si è fatto uomo per la nostra salvezza, ma in Maria e per mezzo di Maria. Dio Spirito Santo ha formato Gesù Cristo in Maria, ma dopo averle chiesto il consenso.

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Chi non ha Maria per madre non ha Dio per padre [30].

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[17] Dio Padre ha comunicato a Maria la propria fecondità, per quanto ne era capace una semplice creatura, per darle il potere di generare il suo Figlio e tutti i membri del suo corpo mistico. [18] Questo Dio-uomo ha trovato la propria libertà nel vedersi racchiuso nel seno di lei. [19[Gesù Cristo ha cominciato e continuato i suoi miracoli per mezzo di Maria e per mezzo di Maria li continuerà sino alla fine dei secoli. [20] Lo Spirito Santo… è divenuto fecondo per mezzo di Maria da lui sposata. Con lei, in lei e da lei … dà vita [anche] ai predestinati e ai membri del corpo di questo Capo adorabile. Perciò, quanto più lo Spirito Santo trova Maria, sua cara e indissolubile Sposa, in un'anima, tanto più diviene operoso e potente per formare Gesù Cristo in quest'anima e quest'anima in Gesù Cristo.

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Non si tratta solo di vedere Gesù formato in Maria, ma anche noi stessi formati in Lei. Pensiamo al giorno del Natale. Vediamo Giuseppe, Maria e Gesù… ma vediamo anche noi misticamente “nati” anche lì?

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[32] Ora, se Gesù Cristo, Capo degli uomini è nato da lei, anche i predestinati, che sono le membra di questo Capo, debbono per necessaria conseguenza nascere da lei. Una stessa madre non dà alla luce la testa o il capo senza le membra, né le membra senza la testa: diversamente si avrebbe un mostro di natura. Così nell'ordine della grazia, il capo e le membra nascono da una stessa madre. E se un membro del corpo mistico di Gesù Cristo, cioè un predestinato, nascesse da un'altra madre che non sia colei che ha generato il Capo, non sarebbe un predestinato, né un membro di Gesù Cristo, ma un mostro nell'ordine della grazia. [33] Sant'Agostino, superando se stesso e quanto io ho detto, dice che tutti i predestinati, per essere conformi all'immagine del Figlio di Dio, sono nascosti, mentre vivono quaggiù, nel seno della santissima Vergine. Questa madre amorevole li custodisce, nutre e fa crescere sino a che non li generi alla gloria, dopo la morte che è veramente il giorno della loro nascita, come la Chiesa chiama la morte dei giusti. O mistero di grazia, sconosciuto ai reprobi e poco noto ai predestinati.

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Le conseguenze per tutti noi sono immediate e senza sfumature: per ciò

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[30] Tutti i veri figli di Dio e predestinati hanno Dio per padre e Maria per madre; e chi non ha Maria per madre non ha Dio per padre. Per questo i reprobi, come gli eretici, gli scismatici, ecc., che odiano o considerano con disprezzo o indifferenza la santissima Vergine, non hanno Dio per padre - anche se se ne vantano -, appunto perché non hanno Maria per madre… Il segno infallibile e inequivocabile per distinguere un eretico, un uomo di cattiva dottrina, un reprobo da un predestinato, è che l'eretico e il reprobo hanno solo disprezzo o indifferenza per la santissima Vergine e si studiano con le loro parole ed esempi di diminuirne il culto e l'amore, apertamente o di nascosto, talvolta sotto speciosi pretesti.

 

S. Alfonso: “In quanto poi al profitto de' popoli, dice S. Anselmo ch'essendo stato fatto l'utero sacrosanto di Maria la via a salvare i peccatori, non può non avvenire che alle prediche di Maria i peccatori non si convertano e si salvino (S. Ans., lib. III, de Exc. V., cap. I).12 E s'è vera la sentenza, come io per vera la tengo che tutte le grazie sol per mano di Maria si dispensano, e che tutti quei che si salvano, non si salvano che per mezzo di questa divina Madre; per necessaria conseguenza può dirsi che dal predicar Maria e la confidenza nella sua intercessione, dipende la salute di tutti. E così sappiamo che S. Bernardino da Siena santificò l'Italia; così S. Domenico convertì tante province; S. Luigi Beltrando in tutte le sue prediche non lasciava mai d'esortar la divozione a Maria; e così tanti altri”.

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Per essere collaboratrice così stretta di Dio doveva avere appunto da Dio stesso i doni necessari a questo ruolo. Dio l’ha voluta con una intercessione di ordine “necessaria”. Doveva pertanto renderla idonea a tale missione. Il suo ruolo è così identificato a quello di Gesù stesso che SLM esclama la sua famosa e bellissima espressione: “[23] Dio Padre ha radunato tutte le acque e le ha chiamate mare, ha radunato tutte le grazie e le ha chiamate Maria”. E poi riflette:

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[24] Dio Figlio ha comunicato a sua Madre tutto quanto ha acquisito con la sua vita e la sua morte, i suoi meriti infiniti e le sue virtù ammirabili. L'ha costituita tesoriera di quanto il Padre gli ha dato in eredità. Per mezzo di lei egli applica i suoi meriti ai suoi membri, comunica le sue virtù e distribuisce le sue grazie. [25] Dio Spirito Santo ha comunicato a Maria, sua fedele Sposa, i suoi doni ineffabili…Nessun dono del cielo è concesso agli uomini che non passi per le mani verginali di lei. IL volere di Dio è, infatti, che tutto ci venga donato per mezzo di Maria. Così doveva essere arricchita, innalzata e onorata dall'Altissimo colei che per tutta la vita volle essere povera, umile e nascosta fin nell'abisso del nulla, con la sua profonda umiltà! Ecco i sentimenti della Chiesa e dei santi Padri.

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Ma questo è un mistero..., e anche se SLM potrebbe dimostrarlo con delle autorità, non lo farà, perché solo lo SS può svelare il Segreto [26] Ma io parlo soprattutto ai poveri e ai semplici, che essendo dotati di buona volontà ed avendo maggior fede del comune dei sapienti, credono con più semplicità e con più merito. Così mi accontento di asserire la verità semplicemente, senza fermarmi a citar loro tutti i passi latini che non capirebbero.

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POTERE DI MARIA: [27] Se dunque, negli scritti di san Bernardo, di san Bernardino, di san Buonaventura e di altri, si legge che tutto, nel cielo e sulla terra e Dio stesso, è sottomesso a Maria, si deve intendere che l'autorità conferitale da Dio è talmente grande da sembrare c he ella abbia la medesima potenza di Dio e che le sue preghiere e domande siano talmente efficaci presso Dio, da valere sempre quali comandi presso la sua Maestà…. Se con la forza della sua preghiera Mosè riuscì a fermare l'ira di Dio contro gli israeliti, in modo così vigoroso … che cosa dovremo pensare, a più forte ragione, della preghiera dell'umile Maria, la degna Madre di Dio, più potente davanti alla Maestà di Dio, delle preghiere ed intercessioni di tutti gli angeli e i santi del cielo e della terra? [28] Nel cielo, Maria comanda agli angeli ed ai beati…Tale è la volontà dell'Altissimo, che innalza gli umili: il cielo, la terra e gli abissi devono piegarsi, volenti o nolenti, ai comandi dell'umile Maria, che egli ha costituita sovrana del cielo e della terra.

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S. Alfonso Maria de Liguori: “la lode di Maria è una fonte così ampia, che quanto più si dilata tanto più si riempie, e quanto più si riempie tanto più si dilata: questa Vergine beata è così grande e sublime, che quanto più si loda tanto più resta a lodarla. A tal segno che dice Agostino che non bastano a lodarla quanto ella si merita tutte le lingue degli uomini, benché tutte le loro membra si convertissero in lingue”. Di questo argomento parleremo nella prossima catechesi, ma chi volesse sapere cosa si dirà, possiamo riassumerlo in questa frase: amare Maria non può significare altro che amare Gesù Cristo. Chi l’ama, l’ama per quanto Gesù ha fatto in Lei. “non si può esagerare in questa devozione” …

 

CONCLUSIONI EVIDENTI

 

Maria è regina dei cuori.

 

Nel n. 37 nota il santo come Maria ha ricevuto l’incarico di formare i suoi eletti. Non potrebbe fare i grandi santi, come lo fa, se non avesse ricevuto un privilegio e potere su ogni cuore. Infatti «Maria è la regina del cielo e della terra per grazia, come Gesù ne è il re per natura e per conquista. Ora, come il regno di Gesù Cristo consiste principalmente nel cuore… «Il regno di Dio è dentro di voi», così il regno della santissima Vergine sta principalmente all'interno dell'uomo, cioè nella sua anima… tanto che possiamo chiamarla con i Santi: Regina dei cuori» [38].

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Maria è necessaria agli uomini.

 

Lo prova con diverse autorità, specialmente della S. Scrittura nei numeri 39-42. «Se la devozione verso la Vergine santa è necessaria a tutti gli uomini, semplicemente per raggiungere la propria salvezza, essa è ancora molto più necessaria a coloro che sono chiamati ad una speciale perfezione. È mio personale convincimento che nessuno possa giungere ad un'intima unione con Nostro Signore e ad una perfetta fedeltà allo Spirito Santo, senza una grandissima unione con la Vergine santa ed una grande dipendenza dal suo soccorso» [43]. «Dappertutto e sempre Gesù è il frutto e il figlio di Maria. Dappertutto Maria è il vero albero che porta il frutto di vita, la vera madre che lo genera» [44].

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Qualcuno potrà dire che quanto abbiamo detto possa essere esagerato. Che tali lodi ed esultanze valgono soltanto per Gesù Cristo, nostro Dio e Signore.

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Noi, con SLM rispondiamo che tale obiezione è contrario al Vangelo, contrario al piano di Dio. Quanto si voglia dire di Cristo si deve dire anche di Maria, pienamente trasformata in Lui per, giustamente, riportarci a Lui. DE MARIA NUNQUAM SATIS.

 

[1] “Poiché in quest'età di grazia la fede in Cristo è diventata stabile e la legge evangelica si è manifestata, non v'è nessuna ragione che s'interroghi Dio e che Egli parli e risponda come allora. Infatti dandoci il Figlio suo, che è la sua parola, l'unica che Egli pronunzi, in essa ci ha detto tutto in una sola volta e non ha più niente da manifestare (…) Perciò chi oggi volesse interrogare il Signore e chiedergli qualche visione o rivelazione, non solo commetterebbe una sciocchezza, ma arrecherebbe un'offesa a Dio, non fissando i suoi occhi interamente in Cristo per andare in cerca di qualche altra cosa o novità. (…) [Dice il Padre:] Se vuoi che io ti dica qualche parola di conforto, guarda mio Figlio, obbediente a me e per amor mio sottomesso ed afflitto, e sentirai quante cose ti risponderà.(…) Perciò, desiderare ancora di ricevere qualche cosa per via soprannaturale, è come ammettere che Dio non abbia dato nel Figlio tutto ciò che è sufficiente” (S. Giovanni della Croce, 2 Salita 22).

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