Maria e Gesù
[Testi da confrontare nel “Trattato della Vera Devozione”: Dal numero 61- 77]
Cerchiamo ora di affrontare una difficoltà capitata a molti, forse anche a noi. Difficoltà nota a SLM attribuita ai “devoti scrupolosi” … E dice cose che potrebbero sembrare pericolose:
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«Temono di disonorare il Figlio onorando la Madre, di abbassare l'uno elevando l'altra»
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I devoti scrupolosi fanno fatica ad accettare che «vi sia più gente inginocchiata davanti all'altare della Santa Vergine che davanti al Santissimo Sacramento, come se l'uno fosse contro l'altro»
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«Quanta ignoranza in questi casi! Si mette in ridicolo la nostra fede! ... è un tranello del demonio, con il pretesto di un bene maggiore» [94]
Anche senza cattiveria. Infatti è una difficoltà che aveva lo stesso San Giovanni Paolo II, secondo lui stesso racconta: è il «timore che il culto per Maria, dilatandosi eccessivamente, finisse per compromettere la supremazia del culto dovuto a Cristo» …
Immaginate voi che io debba prendere il treno per Calabria e mi sbaglio e prendo il treno per Alto Adige. Non solo ho sbagliato mezzo, ma addirittura il mezzo scelto mi allontana di più da quel fine. Se io l’avesse fatto, molti mi prenderebbero in giro. Sentirei le risate di molti, sarei oggetto di racconti, ecc…. Mi sentirei umiliato, imbarazzato… anche se gli altri hanno ragione, perché infatti, ho scelto il mezzo contrario al mio scopo.
Ma possiamo dire che Dio abbia sbagliato mezzo per arrivare a noi? Siamo certi che ha scelto Maria per incarnarsi. Ha chiesto il suo consenso. Ha chiesto a noi di averla come madre… Dico… può essere che Dio debba essere preso in giro per aver scelto un mezzo che allontana noi da Lui? Ogni azione di Redenzione Gesù la fa attraverso e in compagnia di Maria. Se noi lo imitassimo sarebbe sbagliato? Avrebbe sbagliato anche lui!
[64] La devozione verso la tua santa Madre impedisce forse il tuo culto? Si attribuisce ella l'onore che le si rende? Fa ella parte a sé? Oppure è un'estranea che non ha nessun legame con te? È fare dispiacere a te voler piacere a lei? E separarsi o allontanarsi dal tuo amore l'offrirsi a lei ed amarla?
Pensando all’esempio della luna, la quale si riferisce esplicitamente alla Madonna: Essa è luce che guida, indica, conforta nel buio, non abbaglia gli occhi come il sole… ma la luce che si vede non è sua, ma è del sole stesso. Così in Maria troviamo la luce di Gesù Cristo. Vedendo lei, seguendo lei, seguiamo la luce di Cristo che in lei risplende:
“Ogni volta che tu pensi a Maria, Maria pensa per te a Dio. Ogni volta che tu dai lode e onore a Maria, Maria con te loda e onora Dio. Maria è tutta relativa a Dio, e io la chiamerei benissimo la relazione di Dio, che non esiste se non in rapporto a Dio, o l'eco di Dio, che non dice e non ripete se non Dio. Se tu dici Maria, ella ripete Dio. Santa Elisabetta lodò Maria e la disse beata per aver creduto. Maria - l'eco fedele di Dio - intonò: Magnificat anima mea Dominum: l'anima mia magnifica il Signore. Ciò che Maria fece in quell'occasione, lo ripete ogni giorno. Quando è lodata, amata, onorata o riceve qualche cosa, Dio è lodato, Dio è amato, Dio è onorato, Dio riceve per le mani di Maria e in Maria” (TVD 225).
Andiamo allora ai principi che fondano la devozione a Maria, secondo li troviamo nello stesso Trattato. SLM sarà chiaro:
Gesù Cristo, nostro Salvatore, vero Dio e vero uomo, deve essere il fine ultimo di ogni nostra devozione. Diversamente sarebbe devozione falsa e ingannatrice.
Si parla di possibile eresia o addirittura “idolatria” [93] I devoti critici «si irritano nel vedere la gente semplice e umile inginocchiata a pregare Dio innanzi ad un altare o ad un'immagine di Maria, e talora all'angolo di una strada. Arrivano persino ad accusarla d'idolatria, come se adorasse il legno o la pietra». Attenzione! Noi siamo d’accordo che nulla debba essere motivo per diminuire la dignità di Cristo!. Infatti “quando uno considera nel complesso gli errori degli eretici, è chiaro che l’obiettivo principale è quello di sminuire Cristo nella sua dignità” (S. Tommaso d’Aquino).
SLM è assai “scrupoloso” nel sostenere la stessa verità: SOLO IN Cristo”: Infatti “Solo in Cristo, infatti, «abita corporalmente tutta la pienezza della divinità» (Col 2,9), con ogni altra pienezza di grazia, di virtù e di perfezione.
[62] Se dunque stabiliamo una solida devozione alla santissima Vergine è solo per stabilire più perfettamente quella verso Gesù Cristo e per indicare un mezzo facile e sicuro per trovarlo. Se la devozione a Maria dovesse allontanare da Gesù Cristo bisognerebbe respingerla come una illusione diabolica. Ma come ho già detto e come dirò ancora, è vero tutto il contrario. La devozione alla Vergine Maria è necessaria proprio per trovare perfettamente Gesù Cristo, amarlo di tutto cuore e servirlo con fedeltà.
Nell’Incarnazione
E, come insegna S. Giovanni Paolo II, la nostra religione “è soprattutto basata su un avvenimento: l’avvenimento dell’Incarnazione, Gesù, Dio fatto uomo che ha ricapitolato in sé l’Universo (cf. Ef 1,10)”. Segnalava San Leone Magno: “Quasi nessuno eretico è stato ingannato senza aver abbandonato la credenza nella verità delle due nature associate all’unica persona di Cristo”. Anche qui SLM dirà: [30] … Il segno infallibile e inequivocabile per distinguere un eretico, un uomo di cattiva dottrina, un reprobo da un predestinato, è che l'eretico e il reprobo hanno solo disprezzo o indifferenza per la santissima Vergine e si studiano con le loro parole ed esempi di diminuirne il culto e l'amore, apertamente o di nascosto, talvolta sotto speciosi pretesti.
Non aver stima e amore per la Madonna… significa cadere nell’eresia, nella cattiva dottrina… e nella dannazione… perché non si comprende il mistero centrale e decisivo dell’Incarnazione:
Senza una retta interpretazione dell’Incarnazione, dice in altra parte lo stesso Papa:
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«Il rapporto dell'individuo con Dio viene considerato esclusivamente personale e privato, cosicché Dio viene rimosso dai processi che governano l'attività politica, economica e sociale…
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«Disperazione e depressione…»
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«Fede e ragione si separano»
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«si fa strada una certa cultura della morte con i suoi amari frutti di aborto ed eutanasia
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«Ne deriva un'attività sessuale degradante… confusione morale… pornografia… l'infedeltà…»
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«Non si ama e non si apprezza neanche il creato stesso… sfruttamento dell'ambiente...».
Diciamo noi cosa intendere per la unione in Gesù della natura umana e divina.
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- L’Incarnazione non è Inabitazione
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È impossibile che ci sia in Cristo due persone, e due hypostasis, o due suppositi
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La persona dell’uomo Gesù è la stessa persona del Verbo di Dio.
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Lo scambio delle proprietà divine e umane si realizza nella persona del Verbo
San Giovanni Newman: «Non venne in una forma puramente apparente o accidentale, come gli angeli quando appaiono agli uomini”. Non volle “dominare” una persona già esistente; non si tratta di un “influsso Divino” in una natura umana. Si tratta di diventare uomo. “Divenne realmente e veramente uomo come era Dio. In altre parole… fu una persona in due nature, divina e umana”».
“È successo fin dalle origini; era ancora vivo il discepolo prediletto, e già sorsero uomini i quali dicevano che nostro Signore non ebbe affatto un corpo, o prese un corpo formato in cielo; o che egli non soffrì, ma un altro soffrì al posto suo; oppure che per un certo tempo.
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“Ora, se volete testimoniare contro tali opinioni anticristiane…, se volete proporre distintamente e al di là di ogni errore ed evasione, l’idea chiara e netta, propria alla Chiesa Cattolica, che Dio è uomo…, potreste farlo dicendo con le parole di Giovanni “Dio si è fatto uomo” (Gv 1,14)… o potreste esprimerlo ancora con più forza e maggiore chiarezza dichiarando:
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“Dio ebbe una madre”.
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«Il mondo concede che Dio è uomo: ammetterlo gli costa poco, perché Dio è dappertutto, e (si potrebbe dire) in ogni cosa…ma si rifiuta di confessare che Dio è il Figlio di Maria…
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«Si rifiuta perché la dottrina rivelata in quel fatto prende la sua vera forma e riceve una realtà storica; l’Onnipotente viene introdotto nel suo mondo in un dato tempo e in una forma ben definita».
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La confessione che non lascia ombra di dubbio, che esprime il dogma in maniera perfetta è che Maria è Madre di Dio. Newman: «Per questo quando giunsero i tempi in cui spiriti cattivi e falsi profeti divennero più forti e audaci, e si aprirono una via nello stesso corpo cattolico, allora la Chiesa guidata da Dio non seppe trovare mezzo più efficace e sicuro contro di loro che l’uso della parola «Madre di Dio». (Definizione del Concilio di Efeso)
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E quando per un altro verso essi vennero di nuovo fuori dal regno delle tenebre, e complottarono di distruggere la fede cristiana, nel secolo decimosesto, non trovarono espediente più sicuro per raggiungere il loro odioso proposito, che avvilire e bestemmiare le prerogative di Maria; sapevano bene che se avessero portato il mondo a disonorare la Madre, ne sarebbe seguito necessariamente il disonore del Figlio».
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“La Chiesa e Satana sono d’accordo in questo: nel ritenere che il Figlio e la Madre vanno sempre insieme; e l’esperienza di tre secoli ha confermato la loro convinzione, perché i cattolici che hanno onorato la Madre adorano ancora il Figlio, mentre i protestanti, che ora hanno cessato di confessare il Figlio, cominciarono col disonorare la Madre”.
Newman: «Ella, come gli altri, venne nel mondo per fare un lavoro, compiere una missione; la sua grazia e la sua gloria non sono per lei, ma per il suo Creatore; le fu affidata la custodia dell’Incarnazione; fu questo l’ufficio a lei demandato…
«Come una volta sulla terra fu la custode del suo Bambino divino, lo portò nel grembo, lo strinse nel suo abbraccio, lo allattò al suo seno, così ora fino all’ultimo giorno della Chiesa, le sue glorie e la devozione per lei proclamano e definiscono la fede retta riguardo a Gesù Dio e uomo”.
[30] … Il segno infallibile e inequivocabile per distinguere un eretico, un uomo di cattiva dottrina, un reprobo da un predestinato, è che l'eretico e il reprobo hanno solo disprezzo o indifferenza per la santissima Vergine e si studiano con le loro parole ed esempi di diminuirne il culto e l'amore, apertamente o di nascosto, talvolta sotto speciosi pretesti.
Hupperts
Difficilmente si troverà una definizione più precisa e più completa di Lei di quella che Dio stesso diede di Eva nel momento in cui creò la prima donna: «Adiutorium simile sibi, un Aiuto simile a Lui». Maria sarà per Cristo in ordine alla riparazione e alla grazia ciò che Eva fu per Adamo in ordine alla caduta e al peccato.
Per collaborare con Cristo, Ella dovrà esserle simile nel suo essere. Ella gli sarà simile –non uguale– per la sua esenzione dal peccato originale, per la sua personale pienezza di grazia, e per l’eminenza singolare delle sue virtù.
Per collaborare con Lui in modo abituale e veramente ufficiale, Ella dovrà anche esserGli unita con legami duraturi e fisici. È chiaro che un matrimonio ordinario era escluso. Dio fa allora qualcosa di mirabile: affinché Maria sia la Sposa spirituale e la Cooperatrice universale di Gesù, la rende sua Madre secondo la carne, e la lega così in modo definitivo a Cristo per mezzo dei legami fisici più stretti che si possano concepire.
Da subito Ella è attrezzata per realizzare, in unione con Cristo e in assoluta dipendenza da Lui, la sua grande opera di glorificazione del Padre e di salvezza dell’Umanità.
Maria ha un ruolo speciale nella Redenzione con Cristo. Hupperts “Essa forma con Cristo non più che un singolo principio morale dell’atto redentore stesso, partecipando al Sacrificio decisivo, non come elemento principale, ma come causa integrante per libera volontà di Dio: Lei è Sacrificatrice secondaria e Vittima subordinata del Sacrificio del Calvario.
SLM considera evidente tale unione fra Maria e Gesù:
[64] Non è dunque cosa sconcertante e dolorosa, mio buon Maestro, costatare l'ignoranza e le tenebre di tutti gli uomini nei confronti della tua santa Madre? Parlo dei cristiani cattolici e persino dei dottori fra i cattolici. Essi fanno professione d'insegnare agli altri la verità, ma non conoscono te, né la tua santa Madre, se non in maniera speculativa, arida, sterile e indifferente. Gli mettono innanzi mille false ragioni per provargli che non occorre parlare tanto di Maria. Gli dicono che in tale devozione esistono grandi abusi e bisogna adoperarsi a distruggerli, che occorre parlare di te, invece di portare la gente alla devozione verso la santa Vergine, che essi dicono di amare già abbastanza. Qualche volta si sentono parlare della devozione verso la tua santa Madre, ma lo fanno non per stabilirla e inculcarla, bensì per distruggerne gli abusi. In realtà questi signori non hanno pii sentimenti e tenera devozione nemmeno verso di te, dal momento che non ne hanno per Maria.
[65] E Preservami, Signore, preservami dai loro sentimenti e dal loro modo di agire.
[66] Come se non avessi detto ancora nulla in onore della tua santa Madre, fammi la grazia di lodarla degnamente, nonostante tutti i suoi nemici - che sono pure i tuoi ó e di dir loro apertamente con i santi: «Non pretenda di ottenere misericordia da Dio chi offende la sua santa Madre»
S. Alfonso M. de Liguori scrive un libro sulla Madonna offrendolo a Gesù stesso:
“Mio amantissimo Redentore e Signor Gesù Cristo, io miserabile vostro servo, sapendo il piacere che vi dà chi cerca di glorificare la vostra santissima Madre, che tanto voi amate, e tanto desiderate di vederla amata ed onorata da tutti, ho pensato di dare alla luce questo mio libro, che parla delle sue glorie.
Io non so pertanto a chi meglio raccomandarlo, che a voi, cui tanto preme la gloria di questa Madre. A voi dunque lo dedico e raccomando. Voi gradite questo mio picciolo ossequio dell'amore, che ho per voi e per questa vostra Madre diletta. Voi proteggetelo con far piovere luci di confidenza e fiamme d'amore a chiunque lo leggerà verso questa Vergine immacolata, in cui voi avete collocata la speranza e 'l rifugio di tutti i redenti. E per mercede di questa povera mia fatica donatemi, vi prego, quell'amore verso di Maria, ch'io ho desiderato con questa mia Operetta di vedere acceso in tutti coloro che la leggeranno.
San Giovanni Paolo II:
Com'è noto, nel mio stemma episcopale, che è l'illustrazione simbolica del testo evangelico appena citato, il motto Totus tuus è ispirato alla dottrina di san Luigi Maria Grignion de Montfort (cfr Dono e mistero, pp. 38-39; Rosarium Virginis Mariae, 15). Queste due parole esprimono l'appartenenza totale a Gesù per mezzo di Maria: “Tuus totus ego sum, et omnia mea tua sunt ", scrive san Luigi Maria; e traduce: “Io sono tutto tuo, e tutto ciò che è mio ti appartiene, mio amabile Gesù, per mezzo di Maria, tua santa Madre” (Trattato della vera devozione, 233). La dottrina di questo Santo ha esercitato un influsso profondo sulla devozione mariana di molti fedeli e sulla mia propria vita. Si tratta di una dottrina vissuta, di notevole profondità ascetica e mistica, espressa con uno stile vivo e ardente, che utilizza spesso immagini e simboli. Dal tempo in cui visse san Luigi Maria in poi, la teologia mariana si è tuttavia molto sviluppata, soprattutto mediante il decisivo contributo del Concilio Vaticano II. Alla luce del Concilio va, quindi, riletta ed interpretata oggi la dottrina monfortana, che conserva nondimeno la sua sostanziale validità.
Il Papa, in questa stessa lettera, dedicherà molto spazio a la falsa dialettica fra Gesù e Maria.
La vera devozione mariana è cristocentrica. Infatti, come ha ricordato il Concilio Vaticano II, “la Chiesa, pensando a lei (a Maria) piamente e contemplandola alla luce del Verbo fatto uomo, penetra con venerazione e più profondamente nell'altissimo mistero dell'Incarnazione” (Cost. Lumen gentium, 65).
L'amore a Dio mediante l'unione a Gesù Cristo è la finalità di ogni autentica devozione, perché - come scrive san Luigi Maria - Cristo “è il nostro unico maestro che deve istruirci, il nostro unico Signore dal quale dobbiamo dipendere, il nostro unico Capo al quale dobbiamo restare uniti, il nostro unico modello al quale conformarci, il nostro unico medico che ci deve guarire, il nostro unico pastore che ci deve nutrire, la nostra unica via che ci deve condurre, la nostra unica verità che dobbiamo credere, la nostra unica vita che ci deve vivificare e il nostro unico tutto, in tutte le cose, che ci deve bastare” (Trattato della vera devozione, 61).
La devozione alla Santa Vergine è un mezzo privilegiato “per trovare Gesù Cristo perfettamente, per amarlo teneramente e servirlo fedelmente” (Trattato della vera devozione, 62). Questo centrale desiderio di “amare teneramente” viene subito dilatato in un'ardente preghiera a Gesù, chiedendo la grazia di partecipare all'indicibile comunione d'amore che esiste tra Lui e sua Madre.
La totale relatività di Maria a Cristo, e in Lui alla Santissima Trinità, è anzitutto sperimentata nella osservazione:
"Tutta la nostra perfezione - scrive san Luigi Maria Grignion de Montfort - consiste nell'essere conformi, uniti e consacrati a Gesù Cristo. Perciò la più perfetta di tutte le devozioni è incontestabilmente quella che ci conforma, unisce e consacra più perfettamente a Gesù Cristo. Ora, essendo Maria la creatura più conforme a Gesù Cristo, ne segue che, tra tutte le devozioni, quella che consacra e conforma di più un'anima a Nostro Signore è la devozione a Maria, sua santa Madre, e che più un'anima sarà consacrata a Maria, più sarà consacrata a Gesù Cristo" (Trattato della vera devozione, 120). Rivolgendosi a Gesù, san Luigi Maria esprime quanto è meravigliosa l'unione tra il Figlio e la Madre: "Ella è talmente trasformata in te dalla grazia, che non vive più, non è più: sei solo tu, mio Gesù, che vivi e regni in lei... Ah! se si conoscesse la gloria e l'amore che tu ricevi in questa mirabile creatura... Ella ti è così intimamente unita... Ella infatti ti ama più ardentemente e ti glorifica più perfettamente di tutte le altre creature insieme" (ibid., 63).
S. Alfonso
L'abbate Rolli si prende molto fastidio a vituperare l'uso presente, che chiama espressamente abuso, di cantar le litanie loretane davanti al SS. Sagramento esposto.
Egli già chiama come Rolli abuso il costume di cantar le litanie della Vergine innanzi al SS. Sagramento né lo disapprova, ma solamente dice che sarebbe cosa da ponderare, se fosse più proprio che quando sta esposto il Sagramento, si cantassero preghiere dirette propriamente a Gesù nostro Salvatore. Del resto io non posso intendere che disdica supplicar la divina Madre ad interponere per noi le sue preghiere presso Gesù nel Sagramento esposto. Ognuno sa che Dio ci ha donato Gesù Cristo, affinché a lui ricorriamo come nostro principal mediatore; ma dice S. Bernardo che Dio ci ha donata anche Maria per avvocata presso Gesù Cristo: Advocatum habere vis et ad ipsum? ad Mariam recurre: exaudiet utique matrem Filius (S. Bern., Serm. de aquaeductu). Ed in altro luogo aggiunge il medesimo santo: Opus est mediatore ad mediatorem Christum; nec alter nobis utilior, quam Maria .16 Dice, opus est, è necessario avere un altro mediatore appresso Gesù Cristo, s'intende di necessità, non di mezzo, ma morale, per maggiormente aiutare la nostra confidenza: poiché solo Gesù Cristo è il nostro mediatore assolutamente necessario. S. Girolamo poi per togliere a noi ogni scrupolo, che ricorrendo a Maria non ricorriamo già a lei come autrice delle grazie - siccome c'infamava Calvino - ma solo come interceditrice, dice che perciò noi diciamo a G. Cristo, Miserere nobis, ma alla S. Vergine ed a' Santi Ora pro nobis, e così S. Girolamo convinse Vigilanzio su questo punto.
“Fermarono i cieli”…
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Oltre il muovere gli affetti le canzoncine alfonsiane avevano uno scopo catechetico. Diceva un biografo: «S. Alfonso traduce nella lingua dei poeti le sue dottrine mariane più care»
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«…E faceva arrivare con la musica, semplice e piacevole, queste dottrine al popolo» (P. Brugnano).
«Il Figlio e la Madre, la Madre col Figlio, la rosa col giglio quest’alma vorrà.
La pianta col Frutto, il frutto col Fiore, saranno il mio amore, nè altro amerò».
Fermarono i cieli la loro armonia, cantando Maria la nonna a Gesù.
Con voce divina la Vergine bella, più vaga che stella, diceva così:
«Mio Figlio, mio Dio, mio caro Tesoro, tu dormi, ed io moro per tanta beltà».
«Dormendo, mio Bene, tua Madre non miri, ma l’aura che spiri è fuoco per me».
«O bei occhi serrati, voi pur mi ferite: or quando v’aprite, per me che sarà?
Le guance di rose mi rubano il core; o Dio, che si more quest’alma per Te!
Mi sforz’a baciarti un labbro sì raro: Perdonami, Caro, non posso, più, no».
Si tacque ed al petto stringendo il Bambino, al volto divino un bacio donò.
Si desta il Diletto E tutto amoroso con occhio vezzoso la Madre guardò.
Ah Dio, ch’alla Madre quegli occhi, quel guardo fu strale, fu dardo che l’alma ferì!
E tu non languisci, o dur’alma mia, vedendo Maria languir per Gesù?
Che aspetti, che pensi? Ogn’altra bellezza è fango, è bruttezza; risolviti su.
Sì, sì che trionfa amor nel mio seno: sì, sì vengo meno per doppia beltà.
Se tardi v’amai, Bellezze divine; or mai senza fine per voi arderò.
Il Figlio e la Madre, la Madre col Figlio, la rosa col giglio quest’alma vorrà.
La pianta col Frutto, il frutto col Fiore saranno il mio amore, nè altro amerò.
Non cerco diletti, mercede non bramo; mi basta, se t’amo, l’amarti è mercè.