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32° CATECHESI

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Gesù Cristo - Principio e Fine, Alfa e Omega, Primo e Ultimo

 

Introduzione
 

Fratelli miei carissimi, rimanete saldi e irremovibili, prodigandovi sempre nell'opera del Signore, sapendo che la vostra fatica non è vana nel Signore (1 Cor 15,58).

 

Nulla è paragonabile a conoscere l’Infinita Persona di Gesù. Il tempo che dedicate a meditare nella Sua Persona e nella sua potentissima azione sarà il tempo più utile e più nobile della vostra vita.

 

Tutto ormai io reputo una perdita di fronte alla sublimità della conoscenza di Cristo Gesù, mio Signore, per il quale ho lasciato perdere tutte queste cose e le considero come spazzatura, al fine di guadagnare Cristo (Fil 3,8).

 

San Paolo soffre e lotta solo per uno scopo. Che tutti giungano a penetrare nella perfetta conoscenza del mistero di Dio, cioè Cristo, nel quale sono nascosti tutti i tesori della sapienza e della scienza (Col 2, 1-2).

 

Questo il mondo non lo può capire. La Persona di Gesù è infinita. E perciò è misteriosa.

 

Parliamo, sì, di sapienza, ma di una sapienza che non è di questo mondo, né dei dominatori di questo mondo che vengono ridotti al nulla; parliamo di una sapienza divina, misteriosa, che è rimasta nascosta, e che Dio ha preordinato prima dei secoli per la nostra gloria. Nessuno dei dominatori di questo mondo ha potuto conoscerla; … Ma a noi Dio le ha rivelate per mezzo dello Spirito;… L'uomo naturale (carnale) però non comprende le cose dello Spirito di Dio; esse sono follia per lui, e non è capace di intenderle, perché se ne può giudicare solo per mezzo dello Spirito.  Ora, noi abbiamo il pensiero di Cristo. (Cfr. 1Cor 2, 6-16).

 

Di questo mistero, che è Gesù stesso, parleremo in questa catechesi.

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 I Parte: Gesù, centro della storia

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Papa Leone XIII nell’enciclica Aeterni Patris, raccomandò lo studio di S. Tommaso come Maestro della teologia dogmatica, con tanti buoni frutti. Ma anche in quello stesso tempo lo stesso Papa spinge allo studio di Sant’Agostino come maestro della chiamata “teologia della storia”. Bisogna vedere la storia occhi soprannaturali, non con degli occhi pagani o carnali. Per chi ha Fede non è lecito vedere la realtà umana con una scienza inferiore a quella che Dio ha insegnato.

 

La storia è scritta dagli uomini. Dalle scelte libere degli uomini. Ma dallo stesso modo in cui una persona acquista una casa, ma la mette in ordine, dispone le diverse parti (dove sarà la stanza da letto, refettorio, ecc) ordina tutta la casa già costruita per le sue necessità, quindi le da un indirizzo che ha come fine l’uomo stesso, dallo stesso modo Dio ordina le scelte degli uomini ad un fine concreto. Questo fine è Gesù stesso e la sua azione. La mano provvidente di Dio guida la storia verso Cristo. Da Lui e per Lui le cose furono create. L’intera storia degli uomini, lo voglia o non lo voglia, si dirige verso Gesù come alla sua pienezza.

 

Gesù, l’atteso, l’annunciato
 

Prima della sua nascita, la Creazione intera attendeva la sua venuta.

L’Antico Testamento acquista il suo senso in Cristo. Non è altro che una preparazione alla vita di Gesù: Bisogna che si compiano tutte le cose scritte su di me nella Legge di Mosè, nei Profeti e nei Salmi (Lc 24,44).
 

  • Adamo. Primogenito della creazione umana. Gesù sarà Primogenito della rigenerazione umana.

  • Abele. Figlio immolato dai suoi fratelli.

  • Isacco: figlio sacrificato da suo Padre. Tanto ha amato Dio il mondo da dare il suo Unico Figlio.

  • Isaia: il servo sofferente

  • Mosè, lo prefigurò come legislatore della Nuova Alleanza.

  • Davide. Re guerriero

  • Salomone. Re di pace.

 

Sono delle “bozze”, avanzi, della figura splendida di Cristo. Cristo raccoglie l’AT e le dà il suo senso finale. Dice: “Ego sum”. Colui che è annunciato. Quello di cui parlava l’AT, e dove l’AT si dirigeva: Abramo vide il mio giorno e se ne rallegrò (Gv 8,56).

 

Anche i gentili devono essere considerati figure che hanno preparato la venuta di Cristo.
 

  • Socrate, Platone, Aristotele, tutta la filosofia greca pensò per Cristo.
     

    • Alessandria: Perciò ha parlato del logos, che San Giovanni userà nel suo prologo.
       

    • Eschilo, nel suo Prometeo, sei secoli prima dell’era messianica scrisse: “Non aspettare che arrivi un fine per questa maledizione, finché venga dio per prendere sulla sua testa i dolori dei tuoi propri peccati, a modo di espiazione”.
       

  • L’Impero Romano. Offrendole la sua maestà, diritto, organizzazione, pace augusta. Le vie che hanno dato la possibilità di spargere l’annuncio del Vangelo in tutto il mondo. La sua lingua latina.
     

Segno della preparazione della venuta di Gesù è il comune sentire anche a Roma:
 

  • Tacito: “Tutta la gente era persuasa, fondandosi nelle antiche profezie, che l’Oriente sarebbe prevalso, e che da Giudea sarebbe venuto il Padrone e Sovrano del mondo”.
     

  • Svetonio: “Ci fu in tutto l’Oriente una antica e costante credenza che, con la conferma delle profezie, indubbiamente certe, gli ebrei avrebbero raggiunto il sommo potere”.
     

In Cina. Negli cronache del Celeste impero si trova questa relazione: “Nell’anno 24 di Ciao Wang, il giorno 8 della quarta luna, apparse una luce dal lato del sudovest che illuminò il palazzo del re. Il monarca sorpreso dallo splendore interrogò i saggi. Loro li mostrarono dei libri in cui veniva indicato che questo prodigio significava l’apparizione del gran Santo di oriente (per sbaglio geografico “Occidente”), la cui religione avrebbe di introdursi anche nel loro paese”.

 

Tutta questa attesa dà ragione anche di quello che noi sappiamo per la rivelazione. I tre Re magi (astrologi), pur non essendo ebrei capirono che il vero Re era nato: (Mt 2,2)“Dov'è il re dei Giudei che è nato? Abbiamo visto sorgere la sua stella, e siamo venuti per adorarlo”.

 

Conclusione: Prima della nascita di Gesù a Betlemme, tutta la storia guardava questo evento. Tutto si rivolgeva a Lui. E’ commovente quello che dice S. Paolo: Quando arrivò la pienezza dei tempi… Dio inviò suo Figlio (Gal 4,4).

Il Verbo Incarnato appare come Supremo erede di tutto lo sforzo umano di tutti i secoli precedenti.

 

Parte II: Gesù è anche il Fine, l’Ultimo
 

Questo è il mondo davanti a Gesù prima della sua venuta… ma adesso?

Anche adesso noi attendiamo Gesù. Anche adesso tutta la storia presente si rivolge a Lui come a suo termine. Ma Lui non è già venuto? Sì, ma noi attendiamo la sua Seconda Venuta, come Lui lo ha promesso. In questa seconda venuta Lui verrà a giudicare gli uomini con tutta la sua potenza: E tutto il male ed odio contro la religione attuale contribuiscono solo a che la sua vittoria finale sia più splendente, più gloriosa. E i suoi amici parteciperanno in essa con Lui.

 

Per capire questo dobbiamo considerare chi è Gesù… adesso. Spesso il nostro atteggiamento davanti ai mali che vediamo oggi è quello degli apostoli mentre erano con Gesù sulla barca: Maestro non t’importa che noi moriamo? … “Taci, càlmati” e dopo aver mostrato così l’immenso suo potere li rimprovera: perché siete così paurosi? Non avete ancora Fede? Davanti a tanta Maestà gli Apostoli presi da grande timore si dicevano: “Chi è costui al quale persino il vento e il mare ubbidiscono? (Mc 4,37-41)…

 

Adesso sembra che Gesù stia dormendo. Ma la Fede ci ricorda che Lui ha sempre un potere e un’azione sulla realtà umana illimitati. Davanti al potere di Cristo ogni altro evento terreno, ogni avversità, ogni persecuzione, è soltanto una prova provvisoria… come una tempesta. Se io so che la barca non soccomberà ad essa, non devo spaventarmi delle minacce del vento. Se la barca non soccomberà devo solo sforzarmi di rimanere dentro. Così, se sappiamo che Gesù è veramente presente, anche se sembra dormire… dobbiamo avere paura soltanto di abbandonare la barca della Chiesa dove c’è Lui! Tutto il male del mondo è un momento effimero, ogni potere umano non è altro che un soffio, e che è indirizzato ad accrescere lo splendore della sua vittoria finale. Chi di noi entrasse in disperazione… sarebbe rimproverato da Gesù per la mancanza di Fede in Lui: perché siete così paurosi? Non avete ancora Fede? Infatti gli Apostoli non avevano capito Chi è Lui: “Chi è costui al quale persino il vento e il mare ubbidiscono?”

 

L’Apocalisse ci presenta Gesù come Colui di fronte al quale tutte le altre cose passano, si consumano, finiscono. Lui, invece, attende e rimane, avvolto nel suo misterioso silenzio. La sua relazione col mondo sembra avvolta nel silenzio: Sembra che Dio lasci fare… dia un po’ di tempo, conceda un apparente potere agli uomini. La figura di Gesù viene mostrata in modo esuberante, superlativo, con delle immagini proprie della cultura orientale.

 

[12] Ora, come mi voltai per vedere chi fosse colui che mi parlava, vidi sette candelabri d'oro

[13] e in mezzo ai candelabri c'era uno simile a figlio di uomo, con un abito lungo fino ai piedi e cinto al petto con una fascia d'oro.

[14] I capelli della testa erano candidi, simili a lana candida, come neve. Aveva gli occhi fiammeggianti come fuoco,

[15] i piedi avevano l'aspetto del bronzo splendente purificato nel crogiuolo. La voce era simile al fragore di grandi acque.

[16] Nella destra teneva sette stelle, dalla bocca gli usciva una spada affilata a doppio taglio e il suo volto somigliava al sole quando splende in tutta la sua forza.

[17] Appena lo vidi, caddi ai suoi piedi come morto. Ma egli, posando su di me la destra, mi disse: Non temere! Io sono il Primo e l'Ultimo

[18] e il Vivente. Io ero morto, ma ora vivo per sempre e ho potere sopra la morte e sopra gli inferi. (Ap 1,12-18)

 

Le sette stelle e i sette candelabri, sono le “sette chiese”… che stanno a indicare tutta la Chiesa universale. La Chiesa gira attorno a Gesù, e in mezzo ad essa c’è Gesù. Per ognuna di queste sette chiese, un angelo – messaggero di Cristo – ha qualcosa da dire. In questi messaggi, si vede chiaro come Cristo conosce ciò che succede alle chiese, conosce i loro atti, le loro opere, le loro intenzioni, le avverte, promette un premio, condanna, riprende e consola, a seconda del comportamento…

 

Conclude il libro dell’Apocalisse ricordando che in Cristo troverà fine e compimento tutta la storia degli uomini. A Cristo tutto si dirige.
 

 "Non mettere sotto sigillo le parole profetiche di questo libro, perché il tempo è vicino. 

[11] Il perverso continui pure a essere perverso, l'impuro continui ad essere impuro e il giusto continui a praticare la giustizia e il santo si santifichi ancora. 
[12] Ecco, io verrò presto e porterò con me il mio salario, per rendere a ciascuno secondo le sue opere. 
[13] Io sono l'Alfa e l'Omega, il Primo e l'Ultimo, il principio e la fine. (Ap 22,10-13)

 

Gesù tornerà. E questo suo ritorno sarà per i suoi amici motivo di una gioia incommensurabile.

 

III PARTE: Gesù, segno di contraddizione
 

Gesù è perciò sempre l’attore principale in questo “teatro” del mondo umano. Il centro degli uomini in ogni senso. E’ la sua centralità ciò che separa le persone. Chi non è con Me, è contro di Me. Se lui è il Centro tutti gli altri saranno o alla destra o alla sinistra, tale come lo si descrive nel Giudizio Finale.

«Questo bambino è destinato ad esser causa di rovina e di risurrezione di molti in Israele, e a diventare un segno di contraddizione, perché siano svelati i pensieri di molti cuori» (Lc 2, 34)

Gesù sarà lo spartiacque tra il bene e il male. Davanti alla Sua Persona gli uomini dovranno scegliere il bene od il male.
 

Scriveva Mons Fulton Sheen:

Un terribile conflitto il Bambino avrebbe creato tra il bene e il male, strappando loro le maschere e provocando quindi una inimicizia tremenda; una pietra d’inciampo Egli sarebbe stato e, al tempo stesso, una spada separatrice del male dal bene, e una pietra di paragone rivelatrice dei moventi e delle indoli dei cuori umani. E gli uomini non sarebbero più stati gli stessi, una volta che avessero udito il Suo nome e conosciuto la Sua vita: sarebbero stati costretti ad accettarLo, oppure a respingerLo, ché nessun compromesso nei Suoi confronti si sarebbe dato: nient’altro che l’accettazione o il rifiuto, la risurrezione o la morte. Per la Sua natura stessa, Egli avrebbe mosso gli uomini a rivelare i rispettivi atteggiamenti intimi nei riguardi di Dio….

 

Questa è stata la storia dell’umanità: tutta essa gira attorno a Gesù. Chi l’ama e chi l’odia. Di Lui sono state dette delle frasi più diverse e disparate.
 

Nel suo tempo:
 

  • Un indemoniato (Mc 3,22) Ma gli scribi, che erano discesi da Gerusalemme, dicevano: "Costui è posseduto da Beelzebùl e scaccia i demòni per mezzo del principe dei demòni". 

  • Un ubriaco e mangione: (Lc 7,34) È venuto il Figlio dell'uomo che mangia e beve, e voi dite: Ecco un mangione e un beone, amico dei pubblicani e dei peccatori.

  • Un bestemmiatore

  • Un pazzo (Mc 3, 21)Allora i suoi, sentito questo, uscirono per andare a prenderlo; poiché dicevano: "È fuori di sé".

  • Un impostore: 12] E si faceva sommessamente un gran parlare di lui tra la folla; gli uni infatti dicevano: "È buono!". Altri invece: "No, inganna la gente!".

 

Diverse opinioni su Gesù nell’epoca moderna:
 

  • Un pazzo psicologico (Ninet-Sanglé)

  • Un epilettico (Rasmussen, poeta danese)

  • Un infame (Voltaire)

  • Un comunista, rivoluzionatore sociale

  • Uno ormai passato di moda… “Siamo più popolari di Gesù Cristo adesso. Non so chi morirà per primo. Il Rock and Roll o il Cristianesimo”. John Lennon

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Cari ragazzi, c’è una frase tremenda nel Vangelo. Una frase che deve portarvi ad un serio proposito di dedicare più tempo e più intensità al vostro rapporto personale con Gesù. Il mite e umile Signore ci ha detto: Chi non è con Me, è contro di Me. Gesù non esagera nelle sue Parole.

L’incoraggiamento è ad essere amici intimi di Gesù. Altrimenti, secondo la sua Parola, saremo nemici suoi. Nessuna differenza ci sarebbe fra noi e uno dei suoi assassini.

Credetemi che essere contro il Creatore del Cielo e della terra fa di questa vita un anticipo dell’inferno. Tremenda fine farà chi è contro di Lui.

 

Dall’altra parte, quanti martiri! Quanti esempi di fedeltà eroica anche nei nostri tempi!!!

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Giovanni Papini:

Cesare ha fatto, ai suoi tempi, più rumore di Gesù e Platone insegnava più scienze di Cristo. Ancor se ne ragiona del primo e del secondo, ma chi s' accalora per Cesare o contro Cesare? E dove sono oggi i platonisti e gli antiplatonisti? Cristo invece è sempre vivo in noi. C'è ancora chi l'ama e chi l'odia. C'è una passione per la passione di Cristo e una per la sua distruzione. E l'accanirsi di tanti contro di lui, dice che non è ancora morto.

 

Ma è anche ammirato. In alcuni casi addirittura, i negatori assoluti di una realtà sovrannaturale, e pertanto della divinità di Gesù, devono ammettere l’eccellenza e sublimità della sua persona:

 

  • Strauss: “In nessun tempo o luogo qualcuno potrà, non già superare, ma nemmeno uguagliare Gesù”.

  • Rousseau: “Sì, lo sostengo: se la vita e la morte di Socrate sono quelle di un saggio, la vita e la morte di Gesù sono quelle di un Dio!”.

  • Il modernista eretico Loisy: “si sente in tutto, nei suoi discorsi, nei suoi atti, nei suoi dolori, un qualcosa di divino che eleva Gesù Cristo non solo sopra l’Umanità ordinaria, ma al di sopra di ciò che è più eccellente della Umanità”.

 

Alcuni nemici della religione cattolica, non possono nascondere la sua ammirazione per il suo Fondatore:
 

  • Alessandro, Cesare, Carlo Magno ed io abbiamo fondato enormi imperi; ma da cosa dipendevano queste nostre creazioni geniali? Dalla forza. Solo Gesù ha fondato un impero basato sull’amore e, ancora oggi, milioni di persone sono disposte a morire per lui. (Napoleone Bonaparte)
     

Alcuni lo amano fino a dare la vita, altri lo odiano perfino a uccidere chi lo segua.

 

E’ da notare, da ricordare quindi una verità fondamentale della nostra Fede che è Gesù Cristo come centro della storia. Tutto gira attorno a Lui. Per amore o per odio. Per sequela o disprezzo, per fedeltà o tradimento. E’ veramente Lui il Centro della umanità. Centro della storia.

 

IV PARTE: “Io sono Re. Sono nato per questo, e per questo sono venuto nel mondo”.
 

Gesù rispose: “Il mio regno non è di questo mondo; se il mio regno fosse di questo mondo, i miei servitori combatterebbero perché io non fossi dato nelle mani dei Giudei; ma ora il mio regno non è di qui”. Allora Pilato gli disse: “Ma dunque, sei tu re?” Gesù rispose: “Tu lo dici; sono re; io sono nato per questo, e per questo sono venuto nel mondo: per testimoniare della verità. Chiunque è dalla verità ascolta la mia voce” (Gv 18,36-37).

 

“Per questo sono nato”. Il fine dell’Incarnazione del Verbo è regnare. Non altro. Il fine dell’Incarnazione è esercitare la su regalità nell’universo intero. Per così salvarla e santificarla.  

 

Pio XI, Quas primas: “tutti debbono riconoscere che è necessario rivendicare a Cristo Uomo nel vero senso della parola il nome e i poteri di Re; infatti soltanto in quanto è Uomo si può dire che abbia ricevuto dal Padre la potestà, l'onore e il regno [2], perché come Verbo di Dio, essendo della stessa sostanza del Padre, non può non avere in comune con il Padre ciò che è proprio della divinità, e per conseguenza Egli su tutte le cose create ha il sommo e assolutissimo impero”.

 

Le profezie non esitarono nel chiamarlo Re. In modo impressionante lo descrive Isaia (9,5):

Poiché un bambino è nato per noi,

ci è stato dato un figlio.

Sulle sue spalle è il segno della sovranità

 

Perciò nell’annuncio dell’Angelo a Maria fu detto (Lc 1,30-33):

L'angelo le disse: "Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. 
Ecco concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. 
Sarà grande e chiamato Figlio dell'Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine". 

 

S. Tommaso: “Cristo ha anima di Re”.

 

Qual è l’ambito della sua Regalità? “Il mio regno è dentro di voi”.
 

Ecco il primo e più importante ambito della sua regalità: i cuori delle persone. Che ogni persona sia un trono dove Gesù possa sedere per esercitare la sua regalità. Che la nostra memoria, intelligenza, volontà, affetti, siano a suo servizio, come a loro Re.
 

«Ho sete». Si riferisce non solo a quelli che vogliono diventare suoi nemici con il peccato. Si riferisce anche a quelli che vogliamo, per Sua grazia, essere i suoi amici.

 

Fulton Sheen commenta questa quinta frase di Gesù crocifisso: non era strano ch’Egli avesse sete: era strano che lo dicesse. Lui che aveva lanciato le stelle nelle loro orbite e le sfere nello spazio, Lui che aveva cinto il mare di porte, Lui che aveva fatto scaturir l’acqua dalla roccia percossa da Mosè, Lui che aveva creato tutti i mari e i fiumi e le sorgenti, Lui che alla Samaritana aveva detto: «Chi invece beve dell’acqua che io gli darò non avrà più sete», si lasciava ora sfuggire dalle labbra il più breve dei sette gridi dalla Croce: «Ho sete» (Gv 19, 28).

 

Per i salvi Egli ebbe sete: una brama d’anime. C’è chi ha la passione del denaro, e chi della fama: Egli era appassionato di anime! «Dammi da bere» significò: «Dammi il tuo cuore». La tragedia dell’amor di Dio per l’umanità è che nella Sua sete gli uomini Gli han dato aceto e fiele.

 

Anche nelle realtà sociali. I cattolici liberali limitano a questo ambito individuale la regalità di Cristo e lottano contro la regalità sociale. Sono anche chiamati “cattolici di sacristia”. Non esiste per loro un Cristo sociale, ma solo individuale. Ma il Signore vuole regnare anche sulle società dove vivono gli uomini. Pio XI Quas primas: Sbaglierebbe gravemente chi togliesse a Cristo Uomo il potere su tutte le cose temporali.  Non c’è differenza tra gli individui e il consorzio civile, perché se l’individuo è governato completamente da Cristo Re, anche sarà governata in questo modo la regola con cui si rapporta socialmente con gli altri uomini.
 

Così concludeva il Papa: Non rifiutino, dunque, i capi delle nazioni di prestare pubblica testimonianza di riverenza e di obbedienza all'impero di Cristo insieme coi loro popoli, se vogliono, con l'incolumità del loro potere, l'incremento e il progresso della patria.

 

Il dominio deve estendersi ad ogni ambito della realtà temporale. Card Pie: La “politica del Padrenostro”. Come in cielo, così in terra si faccia la sua Volontà.

 

Torniamo a sant’Agostino: Così dobbiamo dire che il devenire storico è un conflitto di radice teologica di due mondi, ovvero due città. La città di Dio, come sottomissione a Lui di tutte le cose, incluso l’uomo; e la città del mondo che afferma la primazia dell’uomo. Tutto si sottomette all’uomo, anche Dio: Due amori quindi hanno costruito due città: l’amore di sé spinto fino al disprezzo di Dio ha costruito la città terrena, l’amore di Dio spinto fino al disprezzo di sé la città celeste. 

 

Il conflitto di entrambe le città è quello che dà senso a tutta la storia. Le due città non sono riducibili a due spazi determinati, come se gli uomini vivessero in una parte e altri in altra. Vivono mischiati come il buon grano e la zizania. Ognuna delle città ha il suo proprio Re. Cristo e Satana. La città di Dio è peregrina, camminante. I suoi cittadini vivono in questo mondo ma sanno che la loro patria definitiva è nei cieli. Gli altri sono immanentisti, affondano le loro radici sulla terra. Marx: “il Paradiso sia sulla terra”, qua giù è la fine di tutto.
 

Ogni città ha il suo proprio moto: “E’ necessario che Cristo regni”. Gli altri “non vogliamo che costui regni su di noi”. Ci sono soltanto due grida, ogni altra grida è subordinata ad una di queste.

 

Sant’Agostino rivela il suo genio quando dice che questa visione non è riducibile alla storia degli uomini, ma a qualcosa anteriore: il mondo angelico.
 

Questi due grida risuonarono prima nelle altezze, nel mondo angelico. Dio crea tutti buoni. Ma davanti alla prova alcuni gridano: “Mi-ka-el” chi è come Dio? E l’altro gridò “Non serviam” non ti servirò!
 

Conclude S. Agostino: non sono 4 le città, ma solo 2. Gli angeli fedeli sono una cosa con la città di Dio degli uomini. Gli angeli perversi ispirano gli uomini della città del mondo. Da qui la scaltrezza con cui i figli delle tenebre si muovono, perché guidati da essi.

 

Ogni epoca ci sarà la divisione tra uno e l’altro.

 

Non sempre si danno insieme. I primi cristiani non potevano vivere la cristianità per le persecuzioni. Ma sempre l’hanno sognata. L’hanno desiderata come s. Agostino, anche se era impossibile nel suo tempo realizzarla.
 

V.- Cosa dobbiamo fare?

 

S. Tommaso: «L’essere umano è essenzialmente portato a vivere in società».

La Cristianità… è possibile?

S. Agostino scriveva in un tempo in cui non sembrava possibile. E’ richiesto dalla Fede il cercare di istaurarla.
 

Nel nostro tempo è compito nostro il creare «piccoli centri di cristianità»

  • Famiglie

  • Scuole

  • Lavoro

  • Gruppi di amici

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CONCLUSIONE

 

San Giovanni Paolo II: “Carissimi giovani anche oggi credere in Gesù, seguire Gesù, sulle orme di Pietro, sulle orme di Tommaso, dei primi Apostoli e testimoni, comporta una presa di posizione per Lui e, non di rado, quasi un nuovo martirio. Il martirio di chi oggi come ieri è chiamato ad andare contro corrente, per seguire il Maestro Divino. Per seguire l’Agnello dovunque vada (cfr. Ap 14,4) . Non per caso ho voluto che durante l’anno santo fossero ricordati presso il Colosseo i testimoni della Fede del XX secolo. Forse a voi non verrà chiesto il sangue ma la fedeltà a Cristo certamente sì. Una fedeltà da vivere nelle situazioni di ogni giorno. Penso, per esempio ai fidanzati. Nella difficoltà di vivere entro il mondo di oggi, vivere la purezza nell’attesa del Matrimonio. Penso alle giovani coppie, dalle prove alle cui è esposto il loro impegno di reciproca fedeltà. Penso ai rapporti tra amici e della tentazione della slealtà che può insinuarsi tra loro. Penso anche a chi ha intrapreso un cammino di speciale consacrazione e dalla fatica che deve a volte affrontare per perseverare nella dedizione a Dio e ai fratelli.

 

Penso a chi lotta per la vita umana e deve assistere a frequenti attentati contro di essa, contro al rispetto di essa dovuto. Ecco cari giovani. E’ difficile credere in un mondo così, nel 2.000? LA risposta: è difficile, ma con l’aiuto della grazia è possibile, come Gesù risponde a Pietro: né la carne né il sangue te l’hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli.

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